Creazione

Basata sulla canzone Souzou dall’ album Itanshinmon.
Nota di traduzione: “Leimu” è un tentativo di mantenere la sottile differenza tra il nome di Reimu che ha normalmente in Touhou (霊夢) e quello che ha nei giochi PC-98 (靈夢). I due nomi si pronunciano nello stesso identico modo, ma utilizzano un kanji diverso per la parte “rei”.

A volte sogno di tanto tempo fa, come un ricordo della mia vita precedente. In realtà, probabilmente si tratta della mia vita passata ma potrebbe essere la vita antecedente ad essa, o ancora prima. Da quando sono venuta a Gensoukyou, molte cose sono accadute così velocemente e in fretta che il mio senso del tempo non è molto chiaro.
Ma quello che ricordo spesso è quel lungo corridoio. Era buio, e non sapevo quanto fosse lungo, e mentre non sapevo se stessi andando avanti o indietro, ho visto lei in piedi davanti a me. Ero così sollevata.

“…mh,”
Un sogno? Ho deglutito prima di dire tra me. Era nostalgico. Non c’è niente di particolare che accade quando ripenso a quei giorni o a qualcosa del genere, quindi metto via i ricordi come routine. E oggi vado al santuario, come in un giorno qualsiasi.

“Yo.”
“Oh ciao.”
A volte Reimu mi maledice per essere tornata, a volte no. Quando non lo fa, vuol dire che è stanca. Non mi interessano i dettagli, quindi non la ascolterò se osa parlarmene. Anche se di solito sembra annoiata, è comunque la sacerdotessa fallita del “tempio Hakurei”. Sono sicura che ci sono molte cose che non conosco.
Sorrido al tè verde che mi ha portato prima che le dicessi “fammi del tè”. Fa ancora un po’ freddo nonostante sia primavera, e il kotatsu qui è stato messo via l’altro giorno. Così sono uscita sul portico per prendere un po’ di sole e di calore. Adoro questo portico, dopo tutto. Grazie, ho detto, e Reimu ha pensato per un momento prima di venire vicino a me. Il modo in cui sorseggia il suo tè verde è inappropriato per la sua età, ma la sua colonna vertebrale è la stessa di sempre, quella bella che ho sempre seguito.
Non ho mai parlato con Reimu di quei giorni. Ho paura. Può essere il tipo di cosa che rimane impressa nel cervello e che non ha importanza, ma se Reimu non ricordasse quei giorni, o se fosse una persona diversa, o avesse una personalità diversa da quella che era Leimu? Quando ci penso, le parole mi scivolano via dalla lingua e ritornano nel mio corpo invece di acquisire un vero potere. Non so perché, ma quando si tratta delle questioni di Reimu e del nostro passato, divento una codarda.
I fiori di ciliegio saranno presto in fiore, le sussurro, e lei risponde di sì. Mi ricorda l’incidente in cui i fiori di ciliegio non sbocciavano per molto tempo, ma è passato molto da allora. Sono successe tante cose. Se le elencassi una per una, non finirei. Allora perché sognavo solo l’incontro che ho avuto con Leimu allora? Ho combattuto contro Reimu durante la notte infinita, ma c’era anche Alice. Non ero sola, e mi stavo divertendo per quello che era.
No, non è che non mi stessi divertendo, anche quando ho incontrato Leimu alla fine del corridoio. Era solo che quella scena era divina da farmi bruciare gli occhi. Forse era stato traumatico.
Un capriccio prende il sopravvento e io mi rivolgo a Reimu.
“Che c’è?”
Reimu ha uno sguardo perturbato che sembra dire: “Ho una brutta sensazione”. Prendo un respiro e bevo il mio tè.
“…niente. Roba inutile.”
Nonostante le parole, l’aria intorno a me si ammorbidisce. Sono sollevata. Finché lei può stare in pace, va bene.
Per me, stare con Reimu è naturale come respirare, per cui mi inquieto quando provo un’emozione simile a un battito irregolare. Ho paura di esporre le mie emozioni e di essere esposta. Così ho cercato di non toccare l’ argomento.
Il sole splendente di oggi divora dolcemente la mia determinazione. Sai, inizio a dire. Il mio cuore è sul punto di esplodere, ma non posso impedire alle parole di uscire.
“Dovremmo uscire, qualche volta. E indossa i tuoi vestiti migliori.”
L’ ho detto, proprio come allora. Sono riuscita a dirlo. Ma non posso guardare Reimu. Sono sicura che dirà: “Che caaaa stai dicendo?” Ma Reimu, fa hmmm, e dopo averci pensato per un po’, apre la bocca.
“È una buona idea. Non portarmi in qualche posto strano, ok?”
Proprio come quella volta, ha detto Reimu, facendomi sorridere alla fine delle sue parole. Quando alzo lo sguardo, lei stava sorridendo.
Mi piaceva molto il sorriso di Leimu. Certo, mi piace anche quello di Reimu. Questo sorriso è il mio nutrimento, la mia salvezza. Ora come in passato, questo sorriso e ciò che mi fa vivere. Ma sono anche ancora legata a quei giorni, per cui sorridi e perdonami, per favore.